Gravidanza: mangiare per 2? NO due volte meglio!

La gravidanza rappresenta per ogni donna un momento molto particolare della vita, non solo dal punto di vista psicologico e fisico: basta pensare alla tempesta ormonale che si articola per tutti i 9 mesi, le modificazioni nell’aspetto, la sensazione di una nuova vita che cresce dentro di sé, la preparazione al parto e a tutto ciò che verrà dopo quando il bambino sarà nato.

Ma provoca dei notevoli cambiamenti anche dal punto di vista alimentare: ad esempio molte donne nel primo trimestre soffrono di nausea, oppure sviluppano una fame incontrollabile che porta a consumare spuntini ad ogni ora, oppure in particolare negli ultimi mesi hanno la sensazione di pesantezza e bruciore di stomaco dovuta al fatto che il bambino ormai sviluppato preme sul torace della mamma.
A questi disturbi si aggiungono le indicazioni alimentari atte a limitare lo sviluppo di infezioni, come la toxoplasmosi o la salmonellosi, dannose per la gestante e per il feto.
Tutto ciò può portare ad un’alimentazione scarsa o troppo abbondante a seconda dei casi, ma soprattutto poco varia.

La tradizione popolare vuole che in gravidanza si debba mangiare per due cosi da far crescere al meglio il nuovo arrivato.
La realtà è ben diversa. gravidanza2Occorre raddoppiare non la nostra alimentazione, bensì gli sforzi per renderla più sana ed equilibrata possibile, completa di tutti i nutrienti: carboidrati, proteine, grassi (compresa una buona dose di omega-3) e soprattutto fibre per combattere l’eventuale stitichezza. Andrebbe invece limitato il consumo di dolci e bevande zuccherate.

Nel corso della gravidanza anche il metabolismo materno si modifica, pertanto è opportuno tenere sotto controllo il peso corporeo che dovrebbe aumentare gradualmente, senza superare determinati limiti.
La donna normopeso dovrebbe avere un aumento ponderale nei 9 mesi che si attesta tra gli 11 e i 16 kg. Le donne obese o sovrappeso invece non dovrebbero superare rispettivamente i 9 o i 12 Kg in più rispetto al peso iniziale.

Anche il fabbisogno calorico non è sempre uguale in tutti i 9 mesi.

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Nel primo trimestre non cambia nulla rispetto al normale fabbisogno quotidiano di calorie e nutrienti, tuttavia potrebbero essere presenti nausea e vomito.
Quindi meglio fare pasti piccoli e frequenti durante la giornata, mangiando pane o cracker al risveglio (quando le nausee sono più frequenti), eliminando se possibile la caffeina e i cibi speziati.

Nel secondo trimestre aumentano le richieste energetiche e si riduce la capacità, da parte della mamma, di “sopportare” il digiuno.
Si consiglia di fare tre pasti leggeri (colazione, pranzo e cena) e tre spuntini, uno dei quali durante la serata, ma non più tardi delle 22, per non influenzare il riposo notturno.

Nell’ultimo periodo le dimensioni dell’utero aumentano e il diaframma si rialza riducendo la capacità dello stomaco di dilatarsi: ecco che compaiono più frequentemente reflusso e sensazione di bruciore, sensazione di ripienezza e sazietà precoce.
Occorre suddividere i pasti e masticare a lungo prima di deglutire, cosi da facilitare il lavoro dell’apparato digerente, e non coricarsi subito dopo il pasto.
Questa fase può essere caratterizzata dalla stitichezza in quanto il quadro ormonale rallenta i movimenti dell’intestino e il bambino preme sempre di più sulla parte bassa dell’addome rendendo difficoltosa l’evacuazione. Per questo si consiglia di assumere molte fibre attraverso frutta e verdura e, se ancora non basta, assumere un integratore naturale a base di fibre.

La colazione rimane sempre il pasto più importante della giornata, dovrebbe essere consumata tutti i giorni e completa di tutti i nutrienti per non lasciare sprovvisto di energia l’organismo nel momento in cui ne ha più bisogno: al mattino durante il lungo digiuno notturno.
Secondo alcuni studi, a parità di calorie ingerite nelle 24 ore, la mamma che le concentra nella prima parte della giornata è più tonica, mantiene un metabolismo più veloce e ha una minore tendenza ad aumentare di peso, oltre ad avere una dieta più ricca di sostanze utili grazie al maggiore consumo di latte o derivati, frutta e carboidrati complessi preferibilmente integrali (pane, cereali, biscotti, fette biscottate), rispetto alle donne in gravidanza che concentrano le calorie tra pomeriggio e sera, rischiando di ingrassare più velocemente (= maggiore rischio di sviluppare diabete gravidico, ipertensione e bambino sovrappeso alla nascita), accusare maggiore stanchezza nonché maggiori difficoltà digestive.

 

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