Perché le diete drastiche NON servono!

dieta drasticaLe diete drastiche non sono solo dannose: sono proprio INUTILI!

Troppe rinunce e senza l’adeguato esercizio fisico mettono il metabolismo in “modalità risparmio” e il consumo energetico crolla. Cosi dopo aver perso peso si ha un brusco STOP e, non solo non si riescono più a perdere ulteriori chili, ma è più facile riprendere il peso perso proprio facendo la dieta del momento.

Esiste il metabolismo “lento” di chi dice “non mangio quasi nulla ma non riesco a dimagrire!” e il metabolismo “veloce” di invece pensa “posso mangiare quel che voglio e non ingrasso di un etto”.

Ma quanti sanno davvero che cos’è il metabolismo? Il metabolismo basale, ad esempio, è la quantità di energia che l’organismo spende per mantenere le funzioni vitali, ovvero respirazione, circolazione del sangue, battito cardiaco e cosi via.

Ognuno di noi ha il suo metabolismo basale e lo si può misurare grossolanamente con formule matematiche che prendono in considerazione peso, altezza, età e sesso, oppure in modo più preciso tramite la calorimetria (un esame che si svolge a riposo dove si quantifica l’ossigeno consumato e l’anidride carbonica prodotta dall’organismo, arrivando a determinarne il dispendio energetico) o l’impedenziometria (test che misura la resistenza dei tessuti al passaggio di una minima corrente che permette di definire la quantità di massa magra e grassa presenti).images

La massa magra è il tessuto che brucia più calorie, potenziarla con l’esercizio fisico significa incrementare il metabolismo basale, oltre che consumare energia durante l’allenamento.

La regolazione del peso corporeo dipende quindi dal movimento che svolgiamo, ma non solo, dipende anche da un ampio numero di fattori modificabili come la qualità dell’alimentazione e non modificabili come la modalità di assorbimento degli alimenti e l’appetito propri di ognuno di noi.

Teoricamente per non accumulare chili di troppo l’energia introdotta con l’alimentazione dovrebbe essere pari al consumo, che è dato dal metabolismo basale più la spesa energetica dovuta all’attività motoria volontaria.

Seguire a lungo un’alimentazione ipocalorica che ci faccia introdurre  meno energia di quella necessaria a riposo, però, è pericoloso. I regimi di questo tipo, infatti, possono essere seguiti solo per poche settimane e sempre sotto stretto controllo medico.

Quando si forniscono meno calorie di quelle necessarie il nostro corpo entra in “allarme”: comincia a prendere i nutrienti necessari dal tessuto muscolare (cosi si perde massa magra e con essa una buona componente d’acqua che ci da l’illusione di dimagrire) e azzera l’attività di rigenerazione cellulare.

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Inoltre, è tutto l’organismo ad indebolirsi se manca la benzina, in particolare se questa condizione viene protratta nel tempo.

Il cuore si indebolisce, la pelle e le ossa diventano più fragili e ci si ammala con maggiore facilità, ma i problemi insorgono anche dopo poco tempo che si segue una dieta drastica. Senza arrivare a questi punti, infatti, il metabolismo si “addormenta” perché il corpo abbassa il suo dispendio energetico al minimo per gestire l’emergenza, l’ago della bilancia si inchioda e scatta la frustrazione che ci riporta a lasciare la dieta, ricominciare a mangiare e riprendere i chili persi fino ad allora.

Meglio andarci piano anche con altri “trucchi”: ad esempio, arricchire la propria dieta di proteine è vero aumenta il metabolismo basale, però se si esagera sale il rischio di chetosi, ovvero l’accumulo di sostanze che rendono più acido il sangue, oltre al fatto che organi come reni e  fegato tendono ad affaticarsi per il sovraccarico di sostanze da filtrare e detossificare come l’acido urico e l’azoto che derivano proprio dalla digestione della proteine.

Inoltre queste diete prevedono proteine per la maggior parte di origine animale e quindi particolarmente ricche di grassi saturi e colesterolo che possono causare problemi all’apparato cardiocircolatorio e aumentare il rischio di alcuni tumori. Al tempo stesso anche l’eliminazione pressochè totale dei grassi di origine vegetale, come l’olio, e dei carboidrati non è per nulla salutare.                                                                                              Una dieta povera di grassi “buoni” può risultare carente in vitamine liposolubili come la A e la E, importantissimi antiossidanti. La scelta migliore è preferire nella dieta gli acidi grassi contenuti nel pesce e nella frutta secca.

Controproducente anche il digiuno. Quando non si mangia per molte ore si hanno comunque picchi di insulina (l’ormone che regola la quantità di zucchero nel sangue), ma non essendoci glucosio in circolo, questa stimola l’accumulo di tessuto adiposo.      L’eccesso di insulina e l’insulino-resistenza dei tessuti che ne deriva rallentano ulteriormente il metabolismo basale.

Morale?

NON ESISTE un pulsante magico che si possa premere per mantenere o per ritrovare il peso forma.

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Meglio un calo di peso controllato, forse più lento rispetto ad una dieta drastica, ma costante e associato ad una regolare attività fisica, preferibilmente aerobica e di lunga durata, in modo da mantenere sempre il nostro metabolismo ben “sveglio”!

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